Uno studente di filosofia… nel medioevo

Anche v’era uno studente di Oxford
che a lungo s’era affaticato con la logica;
il suo cavallo era magro come il manico d’un rastrello.
e v’imprometto che grasso non era neppure lui;
guardava melanconico dall’occhio incavato,
liso era il suo corto mantello del tutto,
perché ancora non s’era procurato alcun beneficio
né tanto era mondano (1) da trovare un impiego.
Quanto a lui gli era più caro d’avere
in capo al letto una ventina di volumi
intorno ad Aristotele e alla sua dottrina
di nero rilegati o di rosso,
che non ricche roba, liuto o gaio salterio
.”

G. Chaucer, I racconti di Canterbury, Sansoni, Firenze, 1963, cit. in McLuhan, La galassia Gutenberg. (1)Mc Luhan propone di leggere ‘worthy’ (di valore) e non ‘wordly’ (mondano).

Buone ferie!

Anche quest’agosto con lo zaino in spalla! Vi auguro buone ferie con una poesia di Dino Campana:

La luna illuminava ora tutta la Pampa deserta
e uguale in un silenzio profondo. Solo a tratti
nuvole scherzanti un po’ colla luna, ombre
improvvise correnti per la prateria e ancora
una chiarità immensa e strana nel gran
silenzio. Mi ero alzato. Sotto le stelle impassibili,
sulla terra infinitamente deserta e misteriosa,
dalla sua tenda l’uomo libero tendeva
le braccia al cielo infinito non deturpato
dall’ombra di Nessun Dio.

(Dino Campana, Pampa, Canti Orfici)

Buone ferie!

Con lo zaino in spalla, vi saluto a settembre con una citazione di un libro che sto leggendo…

The mindful exepert themselves;
they are not attached to any home.
Like swans that abandon the lake,
they leave home after home behind.

Dhammapada

(Gli uomini saggi esercitano se stessi; non sono attaccati a nessuna casa. Come cigni abbandonano il lago, e lasciano dietro di loro una casa dopo l’altra)

Torna la Rivista degli "Intellettuali disorganici".

Filosofi precari, “intellettuali disorganici” e Invisibili. Un pericoloso mix per ogni regime…
(da Il fatto Quotidiano, p. 17  anno 2, n. 190, alcuni estratti)
Nanni Balestrini, Umberto Eco e gli altri ci riprovano: torna la rivista culturale Alfabeta
Non c’è più nemmeno bisono di agitare lo spettro della fondina. La parola “cultura” fa abbastanza schifo a molti senza scomodare gerarchi nazisti. Per non dire la categoria che la maneggia: intellettuali. Dileggiati, offesi, storpiati (nella peggior vulgata: “pseudo-intellettuali” o “intellettualini”). […] Così ritorna Alfateta, rivista culturale nata a Milano alla fine degli anni Settanta: dentro ci sono Eco, Sartori, Colombo, Bonito-Oliva, Cardini.E naturalmente Nanni Balestrini, lo scrittore degli Invisibili.

Balestrini, vent’anni dopo con chi se la vedono i moschettieri di Alfabeta?
In realtà non intendevamo rifare Alfabeta. Abbiamo sentito la necessità di intervenire in questa situazione così degradata dal punto di vista culturale. Non volevamo restare spettatori, per esempio, di fronte all’universo culturale falcidiato da tagli.
Dietro i tagli c’è un’intenzione?
Sì. C’è l’idea – che poi è la base di questo governo berlusconiano – che il populismo si porta avanti con mezzi di massa. Quindi tutto quello che è riflessione colta, individuale, viene visto come nemico. Ma c’è anche disprezzo forte, congenito per la cultura.
Balestrini,  una rivista culturale è un mezzo di comunicazione  ancora attuale?
Abbiamo fatto quattro o cinque riunioni con dei giovani universitari, perchè ci interessa avere collaboratoi “freschi”. E interpellare la nuova generazione. Sono rimasto sorpreso: i giovani sono creativi, colti e appassionati. Mi fa specie se penso che sono condannati alla precarietà. Questa vitalità ci piacerebbe non fosse sprecata.

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