Nuovi filosofi, tra le risorse umane e la tentazione della pasticceria

dal Corriere della Sera, di Maria Egizia Fiaschetti

ROMA – Platone li candidava alla guida della Repubblica. Il suo era uno Stato ideale, certo, motivo per cui i filosofi – gli unici a conoscere l’essere e la verità – sarebbero stati i più adatti a governarlo. E nell’odierna democrazia? Se a Montecitorio i filosofi scarseggiano, nel Paese reale c’è chi continua a coltivare l’arte della sapienza. Per passione: come Zena – la 32enne precaria, «sibilla» di strada per guadagnare qualche spicciolo – e altri giovani pensatori. Così motivati da assumersi le conseguenze: tacciati di anacronismo e snobbati dal mercato del lavoro. Le prospettive, in effetti, non sono rosee: lo dice l’ultima indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. Secondo lo studio (dati aggiornati al 2010), su 586 intervistati il 41% riesce a trovare lavoro a un anno dalla laurea specialistica: il 42,7% sono donne, il 38,8% uomini. Il 44,2% degli occupati inizia a lavorare dopo aver conseguito il titolo, il 25,4% prosegue l’attività intrapresa prima di iscriversi. Il tempo che trascorre dalla laurea al primo impiego è, in media, di 5 mesi. Il 57,9% dei laureati sono lavoratori atipici, a fronte dei 26,7% stabili (6,7% autonomi, 2% assunti a tempo indeterminato). Il 77,1% trova sbocchi nel privato, il 22,1% nel pubblico. Il settore che assorbe gran parte della domanda, l’89,2%, è quello dei servizi: in testa, il ramo “istruzione e ricerca” (24,2%). La retribuzione mensile netta è di 1.010 euro per gli uomini, di 747 per le donne. (l’articolo continua su Corriere della Sera)

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